martedì 8 aprile 2025

a Palermo: sanità pubblica-controllori sugli autobus- cittadini incivili- il servizio di raccolta rifiuti . primo capitolo SANITA' PUBBLICA

 




PRIMO CAPITOLO : SANITA' PUBBLICA


Premessa: mia moglie ed io possiamo avere ancora la libertà di fare debiti e di onorarli. Altri cittadini  ed altre cittadine non hanno mai avuto tale possibilità e/o l'han perduta..


Atto Primo: Ecografica prostatica 

Dal 2019 sono in cura presso uno degli Ospedali pubblici di Palermo per il problema prostata comune a tanti cittadini che hanno superato di gran lunga e i sessanta e i settanta anni 


In sede di ultima visita di controllo  in data 07-02-2025 in ambulatorio pubblico di urologia  mi vengono richieste per la successiva  Ecografica prostatica e poi Risonanza Magnetica per il medesimo ambito. Mi si certifica come prossima visita di controllo  la scadenza di mesi tre dalla data del 7 Febbraio 2025.

Il mio medico di base mi consegna le due "impegnative" per tali esami a carico del  SSN . Le ASL palermitane e gli ospedali pubblici mi indicano come data possibile per L'ecografia prostatica ottobre 2025. Le strutture private ma convenzionate mi dichiarano che hanno terminato il budget loro assegnato dalla Regione Sicilia, Mi si dichiara che l'ecografia prostatica potrà essere effettuata non appena la Regione Sicilia verserà la copertura finanziaria. Ma non ci sono certezze di date. 

Motivazione vera o  falsa?   Non ci sono riscontri nè attività che il cittadino può intraprendere per verificare la notizia. Mi tengo saldo all'antica nozione andreottiana " a pensar male si fa peccato, ma ci si indovina spesso" 

Allora decidiamo di cercare una struttura del tutto privata  con un minimo di comparazione delle richieste economiche a noi proposte. Alla fine troviamo la struttura privata il cui costo  può definirsi ancora "cristiano". € 60. 


Atto secondo: Risonanza Magnetica

E qui ci siamo arresi all'economia di mercato e al liberismo selvaggio

Scopriamo che alcuni ospedali pubblici di Palermo, di fronte all'impegnativa del nostro medico di base e alla certificazione sulla scadenza della  prossima visita urologica di controllo, rispondono che tale Risonanza Magnetica può essere effettuata a carico del SSN dalla fine di Ottobre 2025 in poi. Ovviamente mi si fa presente che entro  sette giorni potrebbe essere effettuata a pagamento nell'ambito del regime "Intra Moenia" Ci indicano, tuttavia, di provare presso ambulatorio ASL all'estrema periferia di Palermo, laddove  la Risonanza Magnetica si effettua solo in regime di SSN. Telefoniamo a tale struttura ambulatoriale ASL chiedendo del servizio CUP.

Sorpresa: l'ASL non ha servizio di prenotazione CUP in alcuna mdoalità. Occorre prenotare con turno fisico.

Ci  presentiamo (mia moglie guida.. io non ho mai voluto acquisire la patente) alla ricezione per la prenotazione e riscontriamo un turno infinito. Mia moglie chiede cortesemente ad uno dei responsabili di comunicarci la possiblità di inserimento della Risonanza affinchè noi si possa valutare se restare o non restare.

Doccia Fredda: Marzo 2026


Per telefono le tre strutture private consultate effettuano  Risonanza  solo a pagamento e si varia da una proposta di € 250 ad una proposta di € 212. 

Si torna all'intra moenia presso un ospedale pubblico della città. Euro 192 e ritiro del referto con i CD entro cinque giorni lavorativi.


Atto terzo il paradosso del ritiro del referto 

Al quinto giorno lavorativo ci si reca allo sportello(un solo operatore) per il ritiro. Il turno non è infinito ma è certamente significativo. Primo turno: presentarsi allo sportello. Eravamo convinti che già i referti fossero stati depositati nell'uffcio di ritiro. Ma quando mai !!!! Vi chiamerò non appena i referti arrivano. Devo intanto chiederli. 

Restiamo stupiti.. Un cittadino ci si avvicina e cortesemente ci spiega che lo stupore ci può stare ma è inutile. Consegnano i referti in quel modo perchè attivano i CD solo davanti alle richieste avendo un magazzino di CD  non più bastevole in modo totale. 

Insomma : i tagli alla spesa sanitaria 

35 minuti di attesa. Arriva il referto. Fortunatamente non  il tumore alla prostata è ancora una volta scongiurato.Mia moglie invia per whs il referto al nostro medico di base.Il medico conferma: non  c'è tumore. Solo un serio aumento di volume della prostata e contestualmente invia "l'impegnativa" per ls visita urologica di controllo.


Atto quarto. Prenotazione della visita di controllo

Stavolta eravamo preparati(pensavamo di esserlo). Le visiste di controllo non si prenotano per telefono o online con lo SPID al CUP ma bisogna recarsi direttamente in ambulatorio  di urologia. Siamo arrivati. Dovremmo essere i primi del turno. Davanti alla postazione di prenotazione non c'è nessuno. Passa un medico, uno di quelli che a Palermo-Via Pitrè  definiamo"uno convinto di essere convinto", che urla a tutti i presenti: Prenotazioni dalle 13,00 alle 14,00.!!!

Tuttavia si presenta una giovane operatrice la quale sorridendo a tutti noi presenti ci fa intendere che il  convinto di cui sopra  è solo un convinto. Ci chiama per primi e ci si avvicina. Ma, improvvisamente, l'operatrice viene chiamata perchè  uno dei computer dell'ambulatorio fa le bizze. Mia moglie osa dire: ma non ci sono gli assistenti tecnici?  La giovane operatrice: Signora siamo in piena carenza di organico. Io capisco qualcosa di computer e quindi  mi chiamano spesso. 

Dopo 30-40 minuti l'operatrice che poi scopriamo essere infermiera  con laurea torna e finalmente verifichiamo la possibilità di prenotazione. Primo tentativo: fine ottobre 2025. Facciamo presente la richiesta del loro stesso ambulatorio  per una visita di controlo tre mesi dopo il 7 febbraio 2025 e ad esami fatti. La giovane infermiera prima ci dà un consiglio: "per l'avvenire mettetevi subito a predisporre gli esami richiesti e così prenotate entro la scadenza"  Insomma guerra civile tra pazienti a chi arriva primo.  Poi con cortesia si mette alla ricerca per Maggio di qualche rinuncia comunicata . Siamo fortunati: 29 Maggio 2025 atteso che un cittadino serio e civile ha disdetto ma come ci dice la giovane signora: "non tutti agiscono con tale correttezza" Mia moglie chiede come mai,pur essendo stato preso in carico dal 2019 in ambulatorio di urologia, sono e siamo costretti a svolegere gli esami all'esterno della struttura. L'infermiera trova in piattaforma la mia scheda sanitaria e ci comunica che non sono mai stato preso in carico, sono considerato un cittadino esterno all'ambulatorio. Per essere preso in carico e quindi svolgere tutti gli esami e tutte le ricerche all'interno dell'ambulatorio, avrei dovuto essere gestito in regime di"pre-ricovero". Restiamo allibiti e lei:"ma non vi hanno mai informato ? "

Domanda ovvia ma la cui risposta è scontata. 


Atto quinto  visita oculistica per me e mia moglie.

Con l'impegnativa  del nostro medico di base telefono al CUP di una struttura pubblica. Leggo il codice della richiesta. Risposta: "mi dispiace ma il nostro reparto di oculistica, al momento e senza scadenza, effettua solo interventi di cataratta. Per altre necessità  fate riferimento alla seguente struttura pubblica ***". 

Domani verifichiamo. Temiamo una disfatta.













domenica 6 aprile 2025

Labour Weekly Le possibili conseguenze dei dazi di Trump sui lavoratori italiani. "Un contesto in cui è fondamentale conoscere i propri diritti."(di Alessio Amorelli)



Le aziende colpite dal protezionismo americano potrebbero decidere di attivare una procedura di licenziamento collettivo. Il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri stima la perdita di sessantamila posti di lavoro


Secondo Confindustria, l’annuncio di Donald Trump riguardante l’applicazione di dazi generalizzati potrebbe costare dai quattro ai sette miliardi di euro in termini di mancate esportazioni verso gli Stati Uniti. A livello occupazionale, il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri stima la perdita di sessantamila posti di lavoro. Si tratta di valutazioni preliminari che saranno probabilmente riviste, al rialzo o al ribasso, dopo il possibile negoziato tra Stati Uniti e Unione europea. In ogni caso, ci troviamo davanti a un cambio di scenario pieno di incertezze lavorative che esige preparazione e adattamento.


Le aziende colpite dal protezionismo americano potrebbero decidere di attivare una procedura di licenziamento collettivo. Le norme riguardano le imprese con più di quindici dipendenti che intendano effettuare almeno cinque licenziamenti nell’arco di centoventi giorni a causa di una riduzione, trasformazione o cessazione dell’attività aziendale. Insomma, le imprese medio grandi che decidono di ridurre la forza lavoro a causa dei dazi introdotti da Trump devono rispettare l’iter previsto dalla legge


La prima fase della procedura consiste nell’invio di una comunicazione con cui si informano le organizzazioni sindacali e l’Ispettorato del lavoro della volontà aziendale di procedere con i licenziamenti. I sindacati possono richiedere un esame congiunto della situazione che generalmente deve esaurirsi entro quarantacinque giorni. In caso di mancato accordo con le organizzazioni sindacali, l’Ispettorato territoriale del lavoro può convocare le parti per un ulteriore esame dello scenario che di solito dura meno di trenta giorni.






Al termine del procedimento, il datore di lavoro potrà intimare i licenziamenti ai lavoratori coinvolti nel rispetto dei criteri di scelta concordati con i sindacati o di quelli previsti dalla legge. In generale, il nostro ordinamento prevede che i dipendenti da licenziare devono essere selezionati tenendo conto dei carichi di famiglia, dell’anzianità di servizio e delle esigenze tecnico, produttive e organizzative dell’impresa. I licenziamenti intimati dall’azienda potranno essere contestati per una serie di motivi tra cui la violazione della procedura o il mancato rispetto dei criteri di scelta.


Le decisioni del governo americano sembrano destinate ad avere un impatto significativo sul mercato del lavoro italiano. A meno di improvvisi colpi di scena, molte imprese che esportano negli Stati Uniti saranno costrette a riorganizzarsi e, nei casi più gravi, a chiudere attivando la procedura di licenziamento collettivo. Un contesto difficile dentro il quale si possono celare comportamenti opportunistici o abusi del diritto. Un contesto in cui è fondamentale conoscere i propri diritti.


*La newsletter “Labour Weekly. Una pillola di lavoro una volta alla settimana” è prodotta dallo studio legale Laward e curata dall’avvocato Alessio Amorelli. Linkiesta ne pubblica i contenuti 


https://www.linkiesta.it/2025/04/le-possibili-conseguenze-dei-dazi-di-trump-qui-lavoratori-italiani/

giovedì 20 febbraio 2025

Ascensore precipita alla stazione Termini di Roma per due piani, intubato un 20enne: è in codice rosso






Ascensore precipita alla stazione Termini di Roma per due piani, intubato un 20enne: è in codice rosso

Un operaio in un ascensore di servizio alla stazione Termini di Roma è precipitato dal piano terra a -2: è in ospedale in gravi condizioni

Un ascensore di servizio nei pressi del binario 1 della stazione Termini di Roma è precipitato per due piani. Un uomo è stato recuperato dai vigili del Fuoco ed è stato trasportato in ospedale in gravissime condizioni. Si tratterebbe di un operaio di 20anni caduto accidentalmente con un carrello dal piano terra al piano -2 dall’impianto riservato al trasporto di persone. Il giovane avrebbe riportato diversi traumi ed è stato intubato sul posto e trasporto all’Umberto I in codice rosso.

Le ipotesi sul crollo dell’ascensore

Al momento non è chiaro se abbia ceduto l’ascensore, precipitando per due piani, o se all’apertura delle porte la cabina non era al piano.In quest’ultimo caso l’operaio sarebbe entrato nel vano senza accorgersi che sotto di lui c’era il vuoto, cadendo così per diversi metri. Cosa abbia portato al crollo, è ancora da chiarire.


https://www.rainews.it/tgr/lazio/articoli/2025/02/stazione-termini-ascensore-crolla-operaio-precipita-per-due-piani-ad7c7d8e-2cb6-476d-b40a-619283c0001b.html


https://notizie.virgilio.it/ascensore-precipita-alla-stazione-termini-di-roma-per-due-piani-intubato-un-20enne-e-in-codice-rosso-1662454


https://www.romatoday.it/cronaca/precipitato-ascensore-stazione-termini-grave.html

martedì 11 febbraio 2025

Tommy, ragazzino autistico rifiutato da 31 scuole a Milano. Valditara dispone accertamenti



I genitori del ragazzo hanno raccontato l’odissea della ricerca di una scuola superiore: tra mancanza di personale e strutture inadeguate hanno ricevuto solo dei no


https://milano.repubblica.it/cronaca/2025/02/11/news/studente_autistico_tommaso_rifiutato_scuole_milano-423995748/


https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2025/02/11/ragazzino-autistico-rifiutato-da-31-scuole-a-milano_2aaecb6b-9df3-4524-a166-daf36f1f38ca.html


***

n cucina ci sono Eleonora N. con il marito Alberto P. e i figli Edoardo, 13 anni, e Tommaso, 15, che ha una forma di autismo severo. È appena scaduto il termine del Ministero per le iscrizioni a scuola e loro si ritrovano con un pugno di mosche in mano: hanno contattato 28 istituti per tentare di inserire Tommy e non ne hanno trovato neanche uno disponibile ad accoglierlo. «Come vi sentireste dopo aver ricevuto 28 rifiuti per un figlio che peraltro è ancora in età di istruzione dell’obbligo — chiedono i genitori —? Raccontiamo questa storia per tutti i ragazzi che rischiano di restare senza il futuro positivo cui potrebbero, nonostante tutto, ambire».

Riavvolgendo il nastro, la famiglia P., già ad ottobre, si rivolgono al Servizio orientamento scolastico offerto dal Comune per gli alunni con sostegno. A novembre viene loro suggerita una short list di tre scuole adatte e teoricamente disponibili. «In caso di disabilità grave è necessario presentarsi prima di procedere all’iscrizione online per avere la rassicurazione che l’istituto cercherà di prendersi cura del minore — raccontano —. In questo caso i primi due istituti suggeriti dai servizi danno subito risposta negativa e la terza dà disponibilità in via residuale, e cioè soltanto se alla fine resterà un posto libero e con le risorse per un disabile grave». Così inizia la girandola dei loro 28 (ulteriori) tentativi. E poi c’è il caso di una compagna della media Vivaio, Yana, tetraplegica e con deficit cognitivo: «Dopo tantissime chiamate, l’unica che si è dimostrata aperta all’accoglienza è una scuola di danza (ma Yana è in sedia a rotelle…)».

Tornando al caso di Tommy, uno dopo l’altro arrivano i rifiuti: «Non abbiamo il personale per controllare ragazzi che non siano nelle classi durante l’ora di lezione, meglio rivolgersi altrove» (Carlo Porta, di fronte alla ipotesi che Tommi non riesca a stare seduto tutto il tempo e abbia bisogno di pause in corridoio); «No, nei laboratori usiamo attrezzi che possono essere pericolosi» (Vespucci); «Non abbiamo le strutture adeguate e il personale» (Pasolini, Bertarelli, Ferraris, Caravaggio, Marconi, Brera); «Non abbiamo la garanzia di copertura del personale di sostegno» (Cardano); «Abbiamo già troppi ragazzi disabili, non riusciamo a prenderci cura di tutti» (Ips Cavalieri, Kandinsky, Marignoni-Polo, Oriani Mazzini); «Non riusciamo ad accogliere più di un disabile per classe» (Virgilio, «peccato che nel gruppo mettano tutti i Bes, studenti con bisogni speciali anche lievi»). Altre come il Boccioni, il Brera e il Frisi, sostengono i genitori, «non hanno mai dato risposta o non si sono proprio presentate all’appuntamento stabilito». Non è andata meglio al musicale Verdi, «dove pure ci eravamo offerti di sostenere concretamente la realizzazione di una sala di musicoterapia per tutti gli allievi», e neanche alle private, dove le famiglie possono pagare di tasca propria le ore di sostegno: «Al Gonzaga e al Don Bosco dicono che non hanno mai avuto studenti disabili gravi e fatto capire che non riescono ad organizzarsi in tal senso».

Ma se i ragazzi sono stati fortunati ad aver trovato una sistemazione dignitosa alla primaria e alle medie, dopo i 14 anni dove vanno? «Certo non guariscono. Spesso restano a casa oppure vengono sistemati in centri diurni insieme ad altri ragazzi con difficoltà gravi dove ogni speranza di progresso circondati da coetanei svanisce e l’aspetto sociale si perde totalmente». I genitori non sanno che fare: «Non immaginavamo che alla scuola fosse permesso di scegliere i propri alunni. Ma essere scartati a priori è esattamente quello che è successo a noi e a molte altre famiglie».


https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_febbraio_11/tommy-15-anni-autistico-grave-rifiutato-da-31-scuole-a-milano-cosi-nostro-figlio-vede-svanire-il-proprio-futuro-d01f5ae5-4075-4f3c-9504-aba6c88f3xlk.shtml



“Chiediamo al ministro Valditara di inviare con urgenza ispettori per effettuare le necessarie verifiche e controlli. Qualora venissero riscontrate delle violazioni, sollecitiamo interventi decisi e l'applicazione di sanzioni adeguate, per garantire il rispetto del diritto all'istruzione per tutti gli studenti” dice Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con disabilità e famiglie-Fish. “Questo episodio - sostiene Fish esprimendo profonda preoccupazione - evidenzia una grave lacuna nel sistema educativo italiano riguardo all'inclusione scolastica degli studenti con disabilità. Nonostante le normative vigenti promuovano l'integrazione, casi come quello di Tommy dimostrano che la realtà è ancora lontana dagli obiettivi prefissati”.


https://www.rainews.it/articoli/2025/02/tommaso-15-anni-e-con-una-grave-forma-di-autismo-rifiutato-da-31-scuole-di-milano-852d640b-f657-48ea-9fe2-e61a78886454.html

lunedì 3 febbraio 2025

Liste d’attesa truccate al Policlinico di Palermo: trasferiti i dipendenti indagati



Secondo l'inchiesta, per favorire amici, parenti e colleghi, un gruppo di impiegati del Policlinico di Palermo avrebbe gonfiato le liste d'attesa inserendo persino persone morte, come una donna deceduta nel 1999. I casi accertati di accessi illegali sarebbero 128, otto gli impiegati che adesso rischiano il processo per avere gestito a proprio piacimento le assegnazioni dei posti per le visite specialistiche.



Migliaia di ricette falsificate al Policlinico di Palermo, così fu scoperta la truffa al Cup

Visite col trucco, falsi e codici anomali individuati grazie all’esame dei flussi informatici. Centinaia di intrallazzi erano emersi già nel 2021. E il Policlinico aveva allertato i pm


https://palermo.gds.it/articoli/cronaca/2025/02/03/migliaia-di-ricette-falsificate-al-policlinico-di-palermo-cosi-fu-scoperta-la-truffa-al-cup-c4123847-40b7-4a80-a0f2-c91750a25dd0/?utm_source=immediafeed&utm_medium=feed&utm_campaign=hp_palermo


https://livesicilia.it/palermo-inchiesta-irregolarita-cup-policlinico-dipendenti-trasferiti/


https://www.blogsicilia.it/palermo/trasferiti-dipendenti-indagati-del-cup-policlinico-palermo/1101842/


nella home page del quotidiano online del Giornale di Sicilia si riscontrano diversi articoli  sull'argomento 

https://gds.it/home/




venerdì 10 gennaio 2025

e continua la strage di stato dei morti sul lavoro



Fuga di ammoniaca alla Frigocaserta di Gricignano di Aversa: muore un operaio di 19 anni

L’uomo era addetto alla manutenzione della sala macchine. Nella stesso sito, il 31 dicembre scorso c’era stato un incidente mortale



Nel tardo pomeriggio c’è stato un incidente nella Frigocaserta, azienda di Gricignano di Aversa. C’è stata una fuga di ammoniaca, materiale altamente pericoloso, mentre era in corso un processo di manutenzione all’interno della sala macchine, da parte di operai di una ditta esterna. L’edificio è stato evacuato, ma un operaio non ce l’ha fatta ed è morto. Originario di Secondigliano, quartiere di Napoli, aveva appena 19 anni, si chiamava Patrizio Spasiano. Ritenuto inizialmente disperso, è stato ritrovato poco dopo dai soccorsi.


https://napoli.repubblica.it/cronaca/2025/01/10/news/fuga_di_ammoniaca_alla_figocaserta_di_gricignano_fabbrica_evacuata_ma_all_appello_manca_un_operaio-423931105/?ref=RHLM-BG-P6-S1-T1


https://www.rainews.it/tgr/campania/articoli/2025/01/fuga-di-ammoniaca-ed-esplosione-alla-frigocaserta-muore-un-operaio-gricignano-daversa-morte-bianca-incidente-d45c9138-0940-4b62-a165-012ac7fb41b5.html






giovedì 9 gennaio 2025

Calabria, l’ambulanza c’è, il medico no. Muore a 48 anni dopo aver atteso per tre ore i soccorsi



Serafino Congi si è sentito male a San Giovanni in Fiore ma il servizio di emergenza non era coperto. E’ spirato su un altro mezzo del 118 inviato (troppo tardi) da Cosenza


Una morte evitabile, se solo ci fosse stato un medico a soccorrerlo. Ma dei sei in pianta organico nel piccolo centro montano calabrese di San Giovanni in Fiore ce n’era solo uno ed era impegnato in un’altra emergenza. Così Serafino Congi, 48 anni appena, in ferie con la moglie e le due figlie di 7 e 10 anni, è rimasto senza nessuno che si potesse occupare di lui nè trasportarlo nell’ospedale più vicino. Niente medico niente ambulanza. E niente elisoccorso. Per tre ore l’uomo, probabilmente con un infarto in corso, è rimasto ad attendere il mezzo del 118 partito dall’ospedale di Cosenza. Ma non ha fatto in tempo ad arrivare al pronto soccorso. E’ morto sulla lettiga dell’ambulanza tra la disperazione dei parenti.


https://www.repubblica.it/cronaca/2025/01/07/news/calabria_ambulanza_senza_medico_muore_a_48_anni_dopo_aver_atteso_per_tre_ore_i_soccorsi-423923829/?ref=RHLM-BG-P13-S1-T1


 « La vicenda dimostra che la sanità delle aree montane calabresi è diventata una lotteria, il che è disumano e contrario alla tutela della salute, diritto fondamentale secondo la Costituzione».

venerdì 3 gennaio 2025

Il Natale dei disabili? Relegati in casa se il servizio di assistenza si ferma per le feste


Ci sono persone che durante le festività non hanno alcun tipo di assistenza e fisicamente non possono alzarsi dal letto, mangiare o andare in bagno. Questo va oltre la decenza umana”, a dirlo è Paola Tricomi, originaria di San Gregorio di Catania, ricercatrice all’Università per stranieri di Siena e Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica. Come tutte le persone con disabilità gravissima, anche lei in questi giorni di festa subisce i danni di una situazione che non è regolamentata da alcuna legge nazionale e questo fa sì che, come accade spesso, ogni città e regione gestisca un servizio così importante a modo suo.[...]L’assistenza pubblica domiciliare prevede solo l’Assistenza domiciliare integrata (Adi) con operatori Oss che possono essere impegnati per circa un’ora e mezza per un minimo di un giorno fino a un massimo di sette giorni a settimana. Questo tipo di servizio, però, viene erogato molto raramente perché la richiesta viene rifiutata con la giustificazione che si percepiscono già risorse per l’assistenza e, quindi, non si può usufruire pure dell’Adi, sebbene non ci sia alcuna norma che lo vieti.


articolo integrale in

https://palermo.repubblica.it/cronaca/2024/12/24/news/il_natale_dei_disabili_relegati_in_casa_se_il_servizio_di_assistenza_si_ferma_per_le_feste-423905755/