domenica 6 aprile 2025

Labour Weekly Le possibili conseguenze dei dazi di Trump sui lavoratori italiani. "Un contesto in cui è fondamentale conoscere i propri diritti."(di Alessio Amorelli)



Le aziende colpite dal protezionismo americano potrebbero decidere di attivare una procedura di licenziamento collettivo. Il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri stima la perdita di sessantamila posti di lavoro


Secondo Confindustria, l’annuncio di Donald Trump riguardante l’applicazione di dazi generalizzati potrebbe costare dai quattro ai sette miliardi di euro in termini di mancate esportazioni verso gli Stati Uniti. A livello occupazionale, il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri stima la perdita di sessantamila posti di lavoro. Si tratta di valutazioni preliminari che saranno probabilmente riviste, al rialzo o al ribasso, dopo il possibile negoziato tra Stati Uniti e Unione europea. In ogni caso, ci troviamo davanti a un cambio di scenario pieno di incertezze lavorative che esige preparazione e adattamento.


Le aziende colpite dal protezionismo americano potrebbero decidere di attivare una procedura di licenziamento collettivo. Le norme riguardano le imprese con più di quindici dipendenti che intendano effettuare almeno cinque licenziamenti nell’arco di centoventi giorni a causa di una riduzione, trasformazione o cessazione dell’attività aziendale. Insomma, le imprese medio grandi che decidono di ridurre la forza lavoro a causa dei dazi introdotti da Trump devono rispettare l’iter previsto dalla legge


La prima fase della procedura consiste nell’invio di una comunicazione con cui si informano le organizzazioni sindacali e l’Ispettorato del lavoro della volontà aziendale di procedere con i licenziamenti. I sindacati possono richiedere un esame congiunto della situazione che generalmente deve esaurirsi entro quarantacinque giorni. In caso di mancato accordo con le organizzazioni sindacali, l’Ispettorato territoriale del lavoro può convocare le parti per un ulteriore esame dello scenario che di solito dura meno di trenta giorni.






Al termine del procedimento, il datore di lavoro potrà intimare i licenziamenti ai lavoratori coinvolti nel rispetto dei criteri di scelta concordati con i sindacati o di quelli previsti dalla legge. In generale, il nostro ordinamento prevede che i dipendenti da licenziare devono essere selezionati tenendo conto dei carichi di famiglia, dell’anzianità di servizio e delle esigenze tecnico, produttive e organizzative dell’impresa. I licenziamenti intimati dall’azienda potranno essere contestati per una serie di motivi tra cui la violazione della procedura o il mancato rispetto dei criteri di scelta.


Le decisioni del governo americano sembrano destinate ad avere un impatto significativo sul mercato del lavoro italiano. A meno di improvvisi colpi di scena, molte imprese che esportano negli Stati Uniti saranno costrette a riorganizzarsi e, nei casi più gravi, a chiudere attivando la procedura di licenziamento collettivo. Un contesto difficile dentro il quale si possono celare comportamenti opportunistici o abusi del diritto. Un contesto in cui è fondamentale conoscere i propri diritti.


*La newsletter “Labour Weekly. Una pillola di lavoro una volta alla settimana” è prodotta dallo studio legale Laward e curata dall’avvocato Alessio Amorelli. Linkiesta ne pubblica i contenuti 


https://www.linkiesta.it/2025/04/le-possibili-conseguenze-dei-dazi-di-trump-qui-lavoratori-italiani/

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