venerdì 31 dicembre 2021

31-12-2021 Il Te Deum di Papa Francesco


"Stiamo attenti: una città accogliente e fraterna non si riconosce dalla 'facciata', dai bei discorsi, dagli eventi altisonanti. No", ha ammonito Francesco. Una città accogliente quindi, sottolinea, "si riconosce dall'attenzione quotidiana, 'feriale' a chi fa più fatica, alle famiglie che sentono di più il peso della crisi, alle persone con disabilità gravi e ai loro familiari, a quanti hanno necessità ogni giorno dei trasporti pubblici per andare al lavoro, a quanti vivono nelle periferie, a coloro che sono stati travolti da qualche fallimento nella loro vita e hanno bisogno dei servizi sociali, e così via"..."Questo tempo di pandemia ha accresciuto in tutto il mondo il senso di smarrimento. Dopo una prima fase di reazione, in cui ci siamo sentiti solidali sulla stessa barca, si è diffusa la tentazione del 'si salvi chi può'. Ma grazie a Dio - sottolinea il Pontefice - abbiamo reagito di nuovo, con il senso di responsabilità. Veramente possiamo e dobbiamo dire 'grazie a Dio', perché la scelta della responsabilità solidale non viene dal mondo: viene da Dio; anzi, viene da Gesù Cristo, che ha impresso una volta per sempre nella nostra storia la 'rotta' della sua vocazione originaria: essere tutti sorelle e fratelli, figli dell'unico Padre".

https://www.repubblica.it/vaticano/2021/12/31/news/roma_vaticano_papa_francesco_non_presiede_il_te_deum-332246985/?ref=RHTP-BH-I322793271-P2-S5-T1



domenica 26 dicembre 2021

Dall'inizio della pandemia la Caritas ha assistito settemila famiglie palermitan



Ventiduemila le persone che hanno fatto ricorso alla rete di associazioni e ai volontari presenti sul territorio


https://palermo.repubblica.it/cronaca/2021/12/26/news/dall_inizio_della_pandemia_la_caritas_ha_assistito_settemila_famiglie_palermitane-331634643/

Dal rapporto viene fuori uno spaccato del tessuto sociale della città, che con la crisi del Covid ha avuto molte difficoltà, dovute al reddito insufficiente o disoccupazione, a problemi abitativi, problemi familiari o di salute e di detenzione e giustizia o ancora legati al loro status di migranti. 


La maggior parte delle richieste di aiuto e sostegno riguardano le spese ordinarie: generi alimentari, affitto, pagamento delle utenze, spese sanitarie e spese straordinarie come quelle per malattie improvvise o lutti familiari; marginale solo numericamente, ma sintomo di una difficoltà crescente, è la richiesta di un alloggio di fortuna per trascorrere la notte. 


A raccogliere le loro istanze, a Palermo e provincia, i bisognosi hanno trovato “un piccolo esercito del bene”: 178 parrocchie, di cui 91 con attività di carità, 78 centri di ascolto e 134 centri di distribuzione.


martedì 21 dicembre 2021

Haiti, il grido di aiuto dei bambini di suor Marcella




Ci sono tanti volontari e tante famiglie italiane che vivono da mesi nella preoccupazione di quello che potrebbe accadere a circa 150 bambini haitiani che si trovano oggi a Warf Jeremie, quartiere discarica di Port-au-Prince, capitale dello Stato di Haiti, in balia di bande armate e di un caos politico che va avanti da tempo.


Una storia che inizia dall’Italia, nel 2018, e ha una protagonista coraggiosa: suor Marcella Catozza, che con la Fondazione Via Lattea ha aperto a Cannara un centro dove ospitare 19 di quei bambini provenienti da Haiti. Qui, grazie ai volontari e a persone provenienti da varie parti di Italia, i piccoli hanno conosciuto le cure, l’amore, la gioia di vivere e sono potuti andare a scuola.


Un sogno che si è spezzato nel 2021 perché Haiti e Italia non hanno ben dialogato sui documenti di questi bambini e la burocrazia fatta di giudici, avvocati e tutori ha costretto suor Marcella e i piccoli a rientrare frettolosamente nel paese da dove venivano, uno dei più poveri del mondo con una situazione istituzionale caotica.Un rientro determinato anche dalla necessità di tutelare gli altri minori ospiti ad Haiti di una bellissima struttura di accoglienza creata sempre da suor Marcella e dalla Fondazione Via Lattea. Altri bambini che non è stato possibile portare in Italia.


C’è stato nei mesi scorsi anche un interessamento del nostro Ministero degli Esteri e ci si augura che la situazione possa sbloccarsi. Intanto però ad Haiti i piccoli e chi si prende cura di loro vivono barricati e nel terrore. Un’ansia che si legge negli occhi dei volontari italiani che non vedono l’ora di tornare ad abbracciarli e che invece, contrariamente a quel che speravamo, non potranno certamente farlo durante queste festività natalizie.


https://www.huffingtonpost.it/entry/haiti-il-grido-di-aiuto-dei-bambini-di-suor-marcella_it_61c1e7bde4b0bb04a629e251?utm_hp_ref=it-homepage