mercoledì 30 novembre 2022

Morto di gelo a 21 giorni su una carretta del mare a Lampedusa: ce ne sono voluti 18 per trovargli sepoltura


È terminata dopo diciotto lunghissimi giorni l'attesa della salma del piccolo Godan, il neonato di 21 giorni della Costa d'Avorio arrivato morto al molo Favaloro di Lampedusa la notte tra il 9 e il 10 novembre. Morto di freddo tra le braccia della mamma, una ragazzina di 19 anni della Costa d'Avorio.

https://necrologie.repubblica.it/news/143648


La madre a Lampedusa diceva: "Sta dormendo". Prima l'autopsia poi il cimitero saturo quindi il maltempo. Solo oggi ha avuto pace in una tomba a Grotte



lunedì 21 novembre 2022

Seimila bambini ogni anno emigrano per farsi curare, Palermo non ha un polo pediatrico

Seimila bambini ogni anno emigrano per farsi curare, Palermo non ha un polo pediatrico



Lo scheletro del polo pediatrico di Palermo 


 I lavori per il grande ospedale iniziati nel 2010 sono fermi e i piccoli pazienti vanno a Roma Genova, Pisa e Firenze con costi che superano i 16 milioni di euro


Ne sa qualcosa Cira Maniscalco, mamma di una bambina affetta da una rara malattia neurologica e fondatrice dell'associazione Cosmann (comitato spontaneo regionale per le malattie rare neurologiche e neurochirurgiche) che raccoglie 250 famiglie: "Da 8 anni - racconta - viaggio da Palermo al Meyer di Firenze. Ho speso più di 30 mila euro e sono stata costretta a chiedere un finanziamento"


https://palermo.repubblica.it/cronaca/2022/11/21/news/polo_pediatrico_palermo_cure_bambini-375503481/


martedì 8 novembre 2022

I morti sul lavoro : la società che sfrutta e uccide

I morti sul lavoro : la società che sfrutta e uccide


Dall’Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro del 7 novembre: «Orribile morte di una donna di 50 anni nel piacentino: è morta in una vetreria nella notte di domenica schiacciata da macchinari: anche lei morta per velocizzare il lavoro? Ma sono stati tre anche ieri i morti sul lavoro, ed era domenica, neppure più il diritto al riposo. Dal 1° gennaio 2008 anno di apertura dell’Osservatorio sono morti oltre 20.000 lavoratori per infortuni sui luoghi di lavoro, 153 agricoltori schiacciati dal trattore nel 2022. Gli autotrasportatori morti dall’inizio dell’anno sono 94. I lavoratori stranieri morti quest’anno sui luoghi di lavoro sono 76 e rappresentano il 12% sul totale, molti lavoravano in nero. Alcune di queste morti sono allucinanti, lavoravano in nero in grandi cantieri nei quali esercitavano diverse ditte, ma nessuno di queste ha detto che erano loro dipendenti, è già capitato più di una volta».


Dal blog di  Sebastiano Isaia 

https://sebastianoisaia.wordpress.com/2022/11/08/morti-che-gridano-vendetta-dallitalia-al-qatar/

venerdì 4 novembre 2022

Palermo- La tragedia del crack a Ballarò: "I ragazzi si drogano davanti alla scuola






Lettera aperta del preside dell'istituto Lombardo-Radice. Domani (oggi 4 Novembre 2022) un corteo nel quartiere del centro storico di Palermo


https://palermo.repubblica.it/cronaca/2022/11/03/news/palermo_ballaro_crack_scuola_droga_spaccio-372795187/


L'ultimo sos arriva dal preside dell'istituto Lombardo-Radice che ha un plesso in piazza dell'Origlione nel cuore dell'Albergheria. Davanti ai cancelli della scuola i ragazzi si distruggono di crack dalla mattina alla sera. Studenti e professori ormai hanno paura e non sanno come interagire con chi è in cerca di qualche spicciolo per una dose. "È un vero allarme sociale - dice Francesco Paolo Camillo, preside dell'istituto - Chiediamo un tavolo interistituzionale per affrontare l'emergenza. Queste persone vanno prese in carico, servono servizi, un intervento a 360 gradi. Non una repressione fine a se stessa".



L'ultimo sos arriva dal preside dell'istituto Lombardo-Radice che ha un plesso in piazza dell'Origlione nel cuore dell'Albergheria. Davanti ai cancelli della scuola i ragazzi si distruggono di crack dalla mattina alla sera. Studenti e professori ormai hanno paura e non sanno come interagire con chi è in cerca di qualche spicciolo per una dose. "È un vero allarme sociale - dice Francesco Paolo Camillo, preside dell'istituto - Chiediamo un tavolo interistituzionale per affrontare l'emergenza. Queste persone vanno prese in carico, servono servizi, un intervento a 360 gradi. Non una repressione fine a se stessa".


Il preside che è a capo di un istituto molto complesso che due anni fa ha accorpato anche la scuola Nuccio-Verga e che oggi quindi governa una macchina con 250 professori e 1200 alunni, chiama in causa tutti. "Attuando un sistema repressivo con le volanti che su richiesta arrivano e intervengono si ottiene soltanto di spostare il problema in altri luoghi - dice - Non va bene, bisogna intervenire alla radice".

È quello che chiede anche il movimento che si è formato da mesi attorno all'assemblea pubblica di quartiere "Sos Ballarò" e che domani pomeriggio scenderà in piazza con lo slogan "La cura crea in-dipendenza". Anche le scuole ci sono dentro, non soltanto la Lombardo-Radice. C'è il liceo Regina Margherita che con il plesso Cascino è proprio dentro la piazza del consumo di crack, ma anche tanti istituti del resto della città.



Il corteo partirà alle 16 da piazza Casa Professa, diventata centro di spaccio e consumo di droga, per attraversare Ballarò, l'Albergheria e raggiungere poi piazza Bologni. Su tutte le piazze ci saranno interventi delle oltre cinquanta associazioni che hanno promosso il corteo e anche degli studenti. "Anche se si parte da Ballarò è una manifestazione della città - dice don Enzo Volpe di Sos Ballarò che nelle scorse settimane ha ospitato delle riunioni in vista del corteo nella sede di Casa Ancora - Ormai Ballarò è diventato simbolo del consumo di queste sostanze, cosa che avviene però anche in tante altre zone di Palermo. Sul territorio ci sono tante associazioni che lavorano nel silenzio per contrastare questo fenomeno. Scendere in piazza significa accendere i riflettori sull'economia criminale che sta dietro a tutto questo".


mercoledì 2 novembre 2022

quanti ogni anno muoiono soli?--A Venezia Don Pistolato






Copio  qualche periodo dall'articolo "SOLI DA MORIRE" di Antonio Cavaciuti      https://www.glistatigenerali.com/famiglia_sanita/soli-da-morire/

 


Vivono in mezzo a noi come fantasmi. Muoiono soli come appestati. In Giappone li chiamano kodokushi: “morte solitaria”. In Italia questo fenomeno – che si ripete ormai regolarmente da decenni – non ha nome. Nessuno si è mai neppure preso la briga di contare i loro corpi: non i ministeri, neppure l’Istat. Ignorati in vita, nessuno li calcola neanche da morti.

 Provo a mandare una mail al ministero della Salute. Ma niente da fare: l’ufficio stampa mi dice di rivolgermi all’Istituto superiore di sanità che però mi dice di sentire magari l’Istat che mi suggerisce di chiamare il Ministero della Giustizia che mi risponde che, «buongiorno» però «con riferimento a quanto richiesto si comunica che il Ministero non è in possesso del dato. Cordialmente»

(A Venezia) Don Pistolato ha deciso di muoversi: ha creato una squadra antisolitudine. «Con il gruppo di carità parrocchiale cerchiamo di sensibilizzare la gente». Cioè? «A conoscere i vicini e se ci sono delle persone che vivono sole, ad avere uno sguardo attento nei loro confronti. Qualcosa si faceva anche in passato, ora di più. Purtroppo c’è la malattia della indifferenza, che per molti è una specie di meccanismo di difesa: meno so, meglio sto. Ma posso dire una cosa?». Prego. «Questo è un fenomeno silente, rimasto sempre sott’acqua – mi spiega Don Pistolato -, ma non è nuovo. E’ una lunga storia. Io ricordo già 40 anni fa, a Trieste, che avevano trovato 8 persone morte sole, a casa. Otto in un solo giorno…».


Lui annuisce: «Proprio io l’anno scorso ho celebrato uno dei funerali di questi morti in casa e l’ho detto: queste persone, per voi, erano purtroppo già morte ancora prima che i loro corpi fossero scoperti: non erano morte fisicamente, ma nella memoria, nella vostra mente sì, non c’erano già più, non li vedevate già più». Come trasparenti, appunto.