sabato 25 giugno 2022

Da facebook ..elogio degli operatori socio sanitari( necessariamente polemico )


L'ORGOGLIO DI PULIRE I CULI.

Oggi ho sentito di nuovo "fai le pulizie dei culi". Non è n'è la prima nè  l'ultima volta che lo sento. E sento il bisogno di rivendicare il mio lavoro e di gridare al Mondo quanto ne sono orgogliosa. 

Sì, signore e signori, orgogliosi di pulire i culi, tagliare le unghie, lavare teste, vestire, fare la doccia, nutrire e prendersi cura di persone tra le altre cose, sì, PERSONE, che non possono farlo da sole e hanno bisogno di aiuto. 

Ma riassumiamolo come "pulizia dei culi". 

Sono già un po' stufa dei connotati negativi di questa espressione che è strettamente legata alla mia professione. È chiaro che non tutti siamo bravi in tutto. Ad esempio, non potevo lavorare in qualcosa che mi richiedesse di mentire, come un banchiere o qualcosa del genere. Eppure quella è una professione molto apprezzata, al contrario affrontare la mia è come l'ultima delle ultime. 

Beh, io dico a voi utenti di Facebook, che nella vostra grande maggioranza non avete mai avuto bisogno che nessuno vi “pulisca il culo”, e spero che non abbiate mai bisogno di qualcuno che ve lo faccia. Ma dico alla maggior parte di coloro che ci classificano in quel modo che se arriverà il momento necessario, io o i miei colleghi socio sanitari saremo disposti ad aiutarvi e farvi avere la migliore qualità di vita possibile, sempre con buon umore e amore. Ora decidete voi qual'è il lavoro davvero importante per le persone come me o voi ma per favore, non usate l’espressione “culi puliti” con disprezzo, perché forse un giorno qualcuno dovrà farlo per voi e credetemi che gliene sarete grati. 

Firmato: una  OSS“. 


https://www.facebook.com/ossallariscossa/posts/pfbid032Ry3M3cvNhQgPmXbrXD7k6p6Y8zQFUZeNuY3ivhnCuBCRu1JmadC156zRMhA1kZrl

giovedì 16 giugno 2022

Basta dettagli sulla morte della piccola Elena, servono regole contro il voyeurismo del dolore






Dovrebbe esistere un'etica dell'informazione che vada oltre l'audience per tutelare non solo la memoria della vittima ma anche le migliaia di bambini che vengono turbati nell'integrità psicofisica del rapporto familiare



Non spettacolarizzare il dolore è uno dei doveri deontologici del mondo dell'informazione richiamato dalla Carta di Treviso. Non serve sapere quante coltellate o in quale parte del corpo sia stata colpita la piccola, né vedere la buca scavata per seppellirla. Dovrebbe esistere un'etica dell'informazione che vada oltre l'audience per tutelare non solo la memoria della vittima ma anche le migliaia di bambini che vengono turbati nell'integrità psicofisica del rapporto familiare. La carta di Treviso, specificatamente all'articolo 8, richiama la tutela della memoria dei minori vittime di reato.


Il Codice di autoregolamentazione tv e minori, invece, prevede per i programmi di informazione che le imprese televisive si impegnino a far sì che si eviti la trasmissione di immagini di violenza che non siano effettivamente necessarie alla comprensione delle notizie. Inoltre, davanti a sequenze particolarmente crude o brutali o scene che comunque possano creare turbamento, il giornalista televisivo avviserà gli spettatori che le notizie, le immagini e le parole che verranno trasmesse non sono adatte ai minori.


Quindi, per evitare queste continue violazioni delle Carte deontologiche, le imprese televisive, con particolare riferimento ai programmi di informazione in diretta, si impegnino sempre di più ad attivare specifici e qualificati corsi di formazione per sensibilizzare non solo i giornalisti, ma anche i tecnici dell'informazione televisiva.



Quindi basta con questo voyeurismo straziante del dolore, è ora di applicare le regole e la nuova direttiva Europea sulla protezione dei minori per un’informazione che tuteli i diritti e la dignità umana per chi non può difendersi. (Iside Castagnola)

https://www.huffingtonpost.it/blog/2022/06/16/news/basta_particolari_raccapriccianti_sulla_morte_della_piccola_elena-9613604/?ref=HHLF-BH-I9614111-P1-S4-T1


***

Nuova Carta di Treviso: la tutela dei minorenni quando sono oggetto di informazione

sta in

https://gruppocrc.net/nuova-carta-di-treviso-la-tutela-dei-minorenni-quando-sono-oggetto-di-informazione/ 


https://www.odg.it/wp-content/uploads/2021/07/Carta-di-Treviso-approvata-dal-Cnog.pdf

mercoledì 15 giugno 2022

Con le monache di Leopoli, la clausura interrotta per accogliere le donne in fuga dalla guerra



https://www.huffingtonpost.it/esteri/2022/06/15/news/ucraina_monache_leopoli-9604909/?ref=HHTP-BH-I9605112-P4-S1-T1

Suor Serafina a Huffpost: “Abbiamo deciso tutte insieme. Nessun dubbio, il dovere di aiutare gli altri ci è sembrato prevalere sulla dottrina". La storia di Madre Viter, in prima linea nella resistenza ucraina, prima contro i sovietici poi contro il nazismo

15 Giugno 2022 alle 10:49



LEOPOLI - La loro regola prevedeva ogni giorno otto ore di preghiera, otto ore di lavoro, otto ore di riposo. Ma da quando è scoppiata la guerra, le ore di preghiera sono forse un po’ diminuite, ma quelle di lavoro sono enormemente aumentate, a scapito di quelle di riposo, ovviamente. Sì, perché quando le monache di clausura dell’ex monastero benedettino qui a Leopoli si sono trovate anche loro travolte dall’incredibile ondata di disperati in fuga, non ci hanno pensato nemmeno un attimo a rimboccarsi le maniche, trasformando i corridoi in dormitori, e stipando le famiglie in rifugi antiaerei di fortuna, in quelle che erano le cripte e i sotterranei dell’antico convento.


https://www.youtube.com/watch?v=Ec4B_M2rNlk